Dopo essersi rivolto a Targatocn con una lettera un artigiano disperato lancia un appello al procuratore Guariniello: “Indaghi su cosa c’è dietro ai tanti suicidi degli imprenditori, troverebbe cose interessanti"
L’ora di cena è passata da un pezzo ma lui è ancora in azienda. I suoi 27 operai, invece, non ci sono più da anni, da quando un istituto bancario gli ha mandato in protesto un assegno di 1.500 euro. Mille e 500 euro in un’azienda il cui fatturato superava i due milioni. Uno scacco matto sulla scacchiera della vita che ha catapultato Giovanni – lo chiameremo così l’imprenditore cuneese la cui storia è terribilmente simile a molte altre in quest’Italia in piena crisi economica – in una spirale negativa fatta di licenziamenti, svendita di immobili, debiti e conti correnti prosciugati. Senza contare le ripercussioni sulla vita familiare per le tensioni e i malumori che si creano quando sai che se tuo figlio si ammala non hai 50 euro per una visita specialistica.
Fonte:Targatogn