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I preziosi di LankamAtelier brillano di solidarietà

18 Giugno 2013 | commenti

I preziosi di LankamAtelier brillano di solidarietà

Lankama è una piccola associazione Onlus con sede a Pozzolengo (nel basso Garda bresciano). Da 15 anni opera in una delle zone più povere dell’India del Sud facendosi carico della crescita e dell’educazione di circa 300 bambini nella “Smiling Children’s Home”, una casa di accoglienza dove i ragazzi vivono, mangiano, giocano e studiano. Lo stesso nome Lankama deriva infatti dalla prima bimba, orfana, dolcissima, incontrata nel primo viaggio in India anni fa dalla presidente e fondatrice del sodalizio Loredana Prosperini.

Per finanziare le proprie attività e i piccoli del villaggio, Loredana si è inventata insieme alla stilista Chiara Zanetti una collezione esclusiva di accessori creati a mano in un laboratorio di ricamo-sartoria avviato in India con un gruppo di ragazze: borse, cinture, bracciali, beauty set e portagioielli, tutti pezzi unici e artigianali. Creazioni ricamate a mano su preziose stoffe indiane, articoli colorati e raffinati, il cui ricavato servirà a potenziare il progetto LankamAtelier.

I bambini aiutati da Lankama in questi anni sono tutti orfani o provenienti da famiglie poverissime nella regione Andhra Pradesh (a Sud dell`India), dove il 43% dei bimbi sotto i 14 anni lavora nei campi di cotone o di riso: le ore di lavoro sono tante, la paga è misera (meno di un euro al giorno) e il lavoro sfiaccante, in condizioni irregolari. Appartengono alla casta degli intoccabili che, per quanto ufficialmente sia stata abolita nel 1947, in pratica ancora permane. «L’unico modo per farli uscire dal ghetto in cui sono confinati, è dare loro un’istruzione o insegnare loro un mestiere», dichiara la presidente di Lankama, Loredana Prosperini. «Il nostro obiettivo primario è quindi quello di offrire a questi bambini una speranza per il loro futuro, dando loro la possibilità di frequentare qualche anno di studio e di essere inseriti nel mondo del lavoro. Potranno così un giorno rendersi autosufficienti, essere di aiuto alle loro famiglie e alle generazioni che verranno».

Per gli orfani è stata costruita la “Smiling Children’s Home”; gli altri ragazzi vivono con loro famiglie, nei villaggi vicini. Quando hanno compiuto i 10-12 anni succede a volte che alcune famiglie li ritirano dalla scuola per mandarli a lavorare, privandoli di un’educazione e quindi di un futuro migliore. Determinati a risolvere il problema, i volontari di Lankama, hanno cercato di fare qualcosa di concreto per i ragazzi, le loro famiglie e capire le loro esigenze e sfide quotidiane.

«Abbiamo dunque messo in atto un’attività di sostegno all’economia familiare – continua la presidente Prosperini –, in modo da rendere meno necessario il ricorso al lavoro dei piccoli, che avrebbero così potuto continuare a studiare, fino a finire almeno la terza media. Ma se volevamo che l’intervento non fosse momentaneo, tanto per risolvere una situazione contingente di emergenza, dovevamo mettere in atto qualche strategia per dare continuità al progetto, coerentemente con la nostra missione. Dopo la terza media, capitava comunque che alcuni ragazzini o ragazze fossero costrette a lavori saltuari, in condizioni assurde. Il lavoro di queste persone (che qui vengono chiamate “coolie”) consiste nel trasportare mattoni, spaccare pietre, tagliare rami per produrre i bastoncini d’incenso, trasportare i bagagli dei passeggeri nelle stazioni, lavorare occasionalmente nei campi di tabacco o di cotone… Ma l’occupazione principale (circa l’80% nella nostra regione, l’Andhra Pradesh) si svolge nelle risaie e consiste nel piantare i germogli del riso e tagliare le piantine quando sono cresciute. Nel fango, sotto il sole rovente o la pioggia».

Si prospettava quindi la necessità di offrire loro un’alternativa concreta per sottrarli al giogo di un lavoro infame e senza prospettive. E prosegue Loredana: «Abbiamo puntato sulle ragazze: un gruppo di dieci giovani donne che avevano interrotto gli studi per la necessità di sfamare una famiglia che aveva perso il padre o che si era indebitata o più semplicemente che si era ampliata con l’arrivo di nuovi nati.  Per toglierle dal lavoro in risaia, due anni fa abbiamo istituito un atelier di sartoria: abbiamo acquistato macchine da cucire e abbiamo mandato le ragazze a frequentare corsi di ricamo, taglio e cucito.  Nel laboratorio sono state ammesse anche alcune giovani vedove del villaggio vicino».

È nato così il laboratorio “LankamAtelier, prezioso solidale”, «attualmente utilizzato per la nostra comunità che ha in questo modo la possibilità di confezionare in proprio ciò che occorre ai bambini (divise, abiti, pigiami e camicie da notte…) e le giovani sarte si stanno perfezionando nel ricamo a mano, per confezionare sari da proporre alle ricche signore indiane. In questo modo si renderanno autosufficienti e potranno essere di aiuto a se stesse, alle proprie famiglie e insegnare a loro volta il mestiere alle generazioni future».

All’insegna del prezioso solidale, le ragazze hanno poi continuato a lavorare creando altri accessori di moda: collarette, fusciacche, beauty set, portagioielli. Il progetto non si ferma qui e con la vendita degli accessori si spera di poter costruire il seguito. La Smiling Children’s Home si trova a 25 km dalla città, nel piccolo e sperduto villaggio di Apparaopeta, che non è raggiungibile con mezzi pubblici e ci si arriva attraverso una stradina stretta e dissestata.

 

«Il nostro desiderio – conclude Loredana – è quello di utilizzare il laboratorio per eseguire lavori su commissione per l’esterno, cioè confezionare e ricamare sari e panjabi per le signore indiane. Vorremmo affittare un piccolo locale in città, dove a turno alcune delle ragazze potranno mostre alle clienti del centro i loro prodotti, un catalogo con tutte le immagini dei loro disegni, per poi prendere le ordinazioni. Gli utili saranno poi suddivisi fra le ragazze che avranno lavorato al progetto, in una sorta di “social enterprise”».

Il sito dell'associazione è: www.lankama.it